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CORONA VIRUS: GESTIRE PSICOLOGICAMENTE IL PROBLEMA

CORONA VIRUS: LA DOPPIA NATURA OGGETTIVA E SOGGETTIVA DEL FENOMENO

Ogni evento, positivo o negativo che sia, assume una sfumatura diversa per ognuno di noi.

La diffusione del Corona Virus ha oggettivamente una valenza disastrosa in quanto pandemia, tuttavia ognuno di noi attribuisce allo stesso fenomeno e a ciò che gli consegue, un significato diverso e risponde diversamente. C’è chi aspettava da tempo una pausa da lavoro e sente momentaneamente sollievo, sottovalutando magari anche le conseguenze dal punto di vista economico. C’è chi si sente in uno scenario apocalittico e non riesce a vederlo in modo diverso, sente che siamo alla fine di un’era e l’emozione principale è l’ansia e la paura. C’è chi vede la cattiva gestione sanitaria del fenomeno e si concentra su questo, provando rabbia e scrivendo mille post aggressivi sui social. C’è chi, non cogliendo a pieno la gravità del fenomeno si concentra su quanto le misure conseguenti rappresentino una limitazione alla libertà individuale, vedendole come una scocciatura, provando spesso fastidio o indifferenza. Stare da soli in casa, con figli, con genitori, con partner, coinquilini e amici animali, influenza sicuramente il vissuto individuale.

La percezione del rischio e il comportamento delle persone descritte sopra possono essere molto diversi.

GESTIRE LE EMOZIONI E I PENSIERI, LA CASSETTA PER GLI ATTREZZI

La “percezione del rischio” può essere distorta in eccesso o per difetto.

Può essere amplificata portando a condizioni di panico spesso del tutto ingiustificate che possono aumentare il rischio stesso sfociando in comportamenti meno razionali e ad un abbassamento delle difese, anche biologiche, dell’organismo. Pensiamo per esempio agli assalti ai supermercati pur avendo evidenze di nessun esaurimento di scorte o di interruzione delle attività produttive in ambito alimentare. Si sono generati ulteriori assembramenti di persone, ulteriore condizione di rischio contagio e diffusione del virus. Pensiamo a tantissime persone che non riescono a dormire, che non riescono a mantenere un ritmo sonno veglia regolare, che si lasciano trasportare da ondate emotive di tristezza, rassegnazione, ansia, sopravvivendo a stento durante la quarantena.

  • E’ buona abitudine affidarsi alle informazioni diffuse solo dalle autorità pubbliche e alle indicazioni di cautela e prevenzione in essa contenute (per esempio, Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus e Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/)
  • Inoltre è fondamentale non inseguire informazioni spesso amplificate ed incontrollate per cercare di placare l’ansia. Google, la TV, i Social, ci sovraespongono a milioni di informazioni che spesso sono frutto di un “sentito dire”, che non ha alcun fondamento scientifico e che tende ad appesantirci, assorbendo risorse che potremmo impiegare meglio. I video, i post, risuonano in noi anche dopo averli visti, occupando lo spazio mentale e bloccandoci proprio perché consumano le nostre energie, stressandoci e indebolendo le nostre difese immunitarie. E’ un po’ come se il pessimismo fosse nutrito da tutte queste informazioni costanti e spesso diventa una dipendenza.
  • E ‘importante, come afferma il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, “ricordare che l’eventuale esposizione al virus non è sinonimo di malattia, che la contagiosità non equivale alla reale pericolosità per la salute umana, che esistono indicazioni pratiche per ridurre il pericolo. Che avere timori e paure è normale ma non ansia generalizzata, angoscia o panico, che non aiutano e sono controproducenti”.

Anche una scarsa percezione del rischio è pericolosa. Questa parola mi richiama alla memoria tutti i casi di adolescenti che “vedo” in studio che spesso hanno difficoltà a percepire le conseguenze delle proprie azioni, spesso non hanno progetti, passioni, hanno una vita centrata completamente sulla socialità, hanno un brutto rapporto con le regole. “Perché non devo uscire?”, “Voglio vedere il mio ragazzo”, “Mi sto annoiando”. Quanto è difficile per loro comprendere la portata della situazione e delle proprie azioni. Uscire è un po’ come infrangere le regole della quotidianità, non viene percepita la differenza ed è importante lavorare sulla consapevolezza. Il nostro comportamento conta per il benessere proprio e della Comunità soprattutto in questo momento. Fondamentale aiutarli nella costruzione di una quotidianità più regolare, più ricca, in cui si alternino momenti di socialità on-line con gli amici a momenti di formazione, per la coltivazione di hobbies, di condivisione con la famiglia.

RESILIENZA E ANTIFRAGILITA’

Resilienza è ormai un termine sdoganato. Rappresenta la capacità delle persone di adattarsi in maniera positiva ad una condizione negativa e traumatica. Primo obiettivo.

Una cosa (una persona, un progetto, un’azione, un’attività) resiliente resiste agli shock ma rimane la stessa di prima: l’antifragile dà luogo a qualcosa di migliore perché gli eventi stressanti e inattesi ci spingono a usare fino in fondo le nostre risorse e a trovare soluzioni innovative. Secondo il filosofo, saggista e matematico libanese naturalizzato statunitense, Nassim Nicholas Taleb, infatti, l’incertezza e il caos sono i genitori dell’invenzione. Ed oggi siamo immersi in una situazione elettiva di incertezza. Si tratta di una sfida alla nostra mente e alle nostre emozioni per riuscire a cogliere un’opportunità di crescita anche se immersi nella crisi, anzi proprio perché immersi in essa.

A volte l’accettazione, l’adattamento, l’uscire dalla propria prospettiva, “out of the box” da soli, può essere impegnativo e può richiedere il supporto di un professionista che guidi nei passaggi di un viaggio verso la migliore gestione dei vissuti provati o verso nuove scoperte e opportunità.

Di seguito anche il link ai materiali che il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi mette a disposizione dei cittadini con alcune indicazioni di per l’auto-gestione dello stress da “emergenza Covid-19”: https://www.psy.it/psicologi-contro-la-paura

E’ vero che #andràtuttobene ma #puòandareanchemeglio

 

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